Nel 2023, Idrostudi si è trovata a un bivio: continuare a eccellere come studio tecnico di frontiera o evolvere in una piattaforma industriale capace di scalare, attrarre capitale e guidare la transizione digitale del sistema idrico italiano.
La risposta non è arrivata da un piano industriale predefinito. È nata da una due diligence che non si è limitata a validare i numeri, ma ha ridisegnato le condizioni della crescita.
Nel contesto del buyout da parte di Itago SGR, il mandato non era solo verificare il passato. Era testare la scalabilità. Anticipare le sfide di governance. E progettare l’evoluzione da una founder-led company a un’organizzazione industriale in grado di sostenere ambizione, disciplina e complessità.
L’analisi si è strutturata attorno a quattro direttrici trasformative:
• Economic Model Viability: stress test su mix clienti, marginalità reale, capacità di delivery e struttura della pipeline.
• Governance Architecture: valutazione della solidità decisionale, della distribuzione delle responsabilità e della resilienza operativa.
• Cultural DNA: decodifica delle dinamiche interne, della leadership informale e della compatibilità tra identità storica e salto industriale.
• Strategic Levers: mappatura delle leve di crescita sostenibile, inclusi target M&A, riprogettazione organizzativa e posizionamento competitivo.
Non è stato un esercizio di verifica. È stato un intervento di direzione.
Ogni area è stata trattata non come una fotografia da interpretare, ma come una leva da progettare.
Ogni numero è stato tradotto in conseguenze strategiche.
Ogni punto di forza è stato pesato rispetto alla sua capacità di generare vantaggio in un mercato in profonda riconfigurazione.
Il lavoro ha portato a tre scoperte chiave:
1. Valore inespresso negli asset cognitivi – L’azienda disponeva di un team ad alta specializzazione, una cultura ingegneristica raffinata e una pipeline in espansione. Ma non trattava questi elementi come leve industriali.
2. Fragilità nella scalabilità – Il sistema operativo era ancora ancorato a leadership informali, con ruoli sovrapposti e processi decisionali non replicabili.
3. Assenza di un framework direzionale – Mancava un’architettura in grado di allineare execution, crescita e capitale umano lungo una traiettoria coerente.
L’esito non è stato un report. È stato un punto di svolta.
Nel biennio successivo all’operazione, l’azienda ha superato i 9 milioni di euro di fatturato, ha riscritto la governance e avviato il primo scouting di operatori da integrare orizzontalmente.
La due diligence non ha solo supportato l’investimento. Lo ha reso possibile. E poi lo ha reso scalabile.
Oggi Idrostudi non è più uno studio tecnico con una grande storia.
È una piattaforma di valore, capace di:
• attrarre profili C-level,
• guidare progetti nazionali e internazionali su reti complesse,
• agire come interlocutore strategico per utility e istituzioni.
Non ha semplicemente cambiato scala.
Ha cambiato identità industriale.
E lo ha fatto partendo da una domanda diversa:
non “cosa possiamo misurare?”, ma “cosa possiamo costruire?”.
Insight
• Una due diligence strategica non verifica: progetta le condizioni per la scalabilità.
• Ogni founder-led company che ambisce a crescere deve prima separare identità tecnica e architettura decisionale.
• La cultura organizzativa è un asset o un vincolo: la differenza la fa la progettazione.
• I numeri non parlano da soli. Serve un framework per trasformarli in scelte industriali.
• La trasformazione inizia quando l’analisi smette di validare il presente e inizia a dirigere il futuro.
Disclaimer
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